Cari colleghi – Dr.ssa Serenella Trezza –

Un intervento da leggere e diffondere della Dr.ssa Serenella Trezza
S.C. Neuropsichiatra Infantile Infanzia e Adolescenza
A.O. Niguarda Ca’ Granda
S.S. Psicopatologia dell’età evolutiva
Via Ippocrate 45- Milano

L’articolo è rivolto a colleghi e, io ritengo, alle persone di buon senso

Cari colleghi,
vorrei riportarvi delle considerazioni molto urgenti ed importanti che riguardano il periodo storico che stiamo attraversando.
Ho riflettuto e mi sono documentata sulla enorme mole che in letteratura esiste circa la necessità per un bambino della presenza e della relazione con le proprie figure genitoriali biologiche, la propria mamma e il proprio papà, e quanto sia più felice un bambino che ha entrambi i suoi genitori, assieme. In tutte le altre situazioni, sappiamo bene quanta sofferenza lui provi e quanto sia importante preservare almeno il suo legame positivo interno con chi manca. Ogni bambino ha il diritto di sapere chi sono i suoi genitori biologici, e ad avere un rapporto con loro.
Non possiamo lasciare che si tolgano A PRIORI questi diritti fondamentali ai bambini, su decisioni di adulti, chiunque essi siano. Nelle discussioni legislative non viene data voce all’infanzia, ma solo ad alcuni adulti che “reclamano per sè il diritto ad essere genitore” ma senza considerare i diritti delle persone che chiedono di avere come figli.
La nostra formazione ci ha portato a conoscere il mondo interiore, psichico dell’infanzia e non possiamo allinearci al pensiero di chi non lo comprende. Abbiamo il dovere di dare voce al mondo dell’infanzia, che non può difendersi da sola! Tocca a noi, neuropsichiatri infantili e psicologi dell’età evolutiva, oltre a tutte le nostre figure professionali che lavorano nella NPI con competenza e dedizione. Non è il momento di tacere e di allinearsi con una minoranza di persone che pensa di stravolgere tutta la psichiatria infantile con un colpo di spugna, con la minaccia di denunciare come “omofobo” tutti quelli che difendono l’infanzia. Non si può cedere alle minacce, non si può lasciare decidere agli altri, non si può nascondere sotto le sembianze di “uguaglianza e accoglienza” una violazione gravissima verso i minori.
Le evidenze scientifiche sono molte e, riassumendo, confermano che i figli di coppie omosessuali vanno incontro maggiormente ad idee suicidarie, problemi psichiatrici, dipendenze, oltre ovviamente alla omosessualità stessa; inoltre ci sono evidenze anche di un aumento della percentuale di episodi subiti di abuso sessuale.
Vi riporto solo due citazioni, una da una intervista del 2012 del prof. Carta (che forse molti di noi hanno conosciuto) e un sunto della ricerca con criteri strettamente scientifici del prof. Regnerus.

Lo psichiatra Italo Carta, docente di Clinica Psichiatrica presso l’Università degli Studi di Milano, ha spiegato che se la legge va contro il diritto naturale praticamente annullandolo, succede il caos:
«Se si tolgono le evidenze che accomunano qualsiasi uomo, a prescindere dal contesto e dalla tradizione da cui proviene, si cade nell’arbitrarietà», cioè «prevale il diritto del più forte, di chi urla di più. In questo caso quello dei promotori di questi diritti. Siamo in un momento storico in cui la volontà è così tracotante da voler prendere il sopravvento sulla conoscenza delle cose e così le violenta: io voglio fare una famiglia con una persona del mio stesso sesso, non solo chiedo di non essere discriminato ma pretendo di generare, con tecniche violente e artificiali, e poi pure di allevare, un innocente in un contesto che non gli farà sicuramente del bene. Se si salta il fondamento del diritto che è nella legge naturale, e nella ragione umana che la riconosce, la giustizia muore. Non possiamo neppure parlare più di diritti universali».
«Non basta l’amore per crescere dei bambini», spiega, «servono due personalità differenti dal punto di vista psichico».
Nella carriera scientifica «ho seguito tanti omosessuali. Sono aumentati moltissimo negli ultimi anni. La scienza e l’esperienza dicono che non c’è alcun difetto di natura in loro. Non esiste l’omosessualità naturale, non è iscritta nel Dna. L’omosessualità è un’elaborazione della psiche di modelli affettivi diversi da quelli verso cui la natura normalmente orienta. Questa tendenza è del tutto reversibile. Io mi sono scervellato per anni, ho letto molto su come si può correggere questa tendenza, il problema è che spesso, pur vivendo un disagio, molti di loro non vogliono correggersi».
«E’ possibile riconoscere a coppie stabili dei diritti (possibilità di succedere nel contratto di locazione, ricevere prestazioni assistenziali dai consultori familiari, astenersi dal testimoniare in processi che vedono coinvolto il partner etc.), ma non si può andare oltre a concessioni di questo tipo. Pena la salute mentale di terzi» ovvero «i figli, ma anche la instabilità della società intera.» Quando una legge «abolisce l’evidenza e quando si abolisce il principio di evidenza naturale la mente compensa con squilibri psicotici gravissimi. Per questo pensare di introdurre l’uguaglianza dei sessi come normale significa attentare alla psiche di tutti. Penso poi ai più deboli: i bambini. Se gli si insegna sin da piccoli che quel che vedono non è come appare, li si rovina. Ripeto, pur non essendo solito fare affermazioni dure, dato che gli omosessuali sono persone spesso duramente discriminate, non posso non dire che introdurre l’idea che la differenza sessuale non esiste, e che quindi non ha rilevanza, è da criminali».
Italo Carta, ordinario di Psichiatria presso l’Università degli Studi di Milano, intervistato da “La Stampa”, ha affermato: «ritengo che le coppie di omosessuali e quelle di lesbiche che non solo adottano un bambino ma si fanno ingravidare e inseminare preparino un grave rischio di patologie per la prole» ovvero «depressioni, disturbi della personalità e dell’identità […], collasso della funzione simbolica paterna». Lo psichiatra si è anche lamentato del fatto che queste questioni «ormai sono in mano a gruppi di pressione e politici entusiasti di aumentare il proprio consenso. Dell’aspetto psicologico clinico importa poco a tutti». In una coppia omosessuale il bambino avverte inevitabilmente «la violenza fatta alla realtà, con cui il ruolo paterno e materno vengono assunti, e la mancanza del diventare madre o padre per donare il figlio all’altro e stabilire un rapporto di reciprocità».

Lo studio del Prof. Regnerus
Tra i più autorevoli studi che hanno mostrato un notevole svantaggio per i minori cresciuti con genitori che hanno avuto relazioni omosessuali va citata la ricerca comparsa sulla rivista Social Science Research a cura di Mark Regnerus, professore di sociologia dell’Università di Austin, Texas. Lo studio, come ha affermato il prof. Loren Marks, “è il più serio e condotto con i più rigidi criteri scientifici”, ha destato grande interesse presso scienziati e gente comune, media in testa, non solo statunitensi, ma anche internazionali.
La ricerca vanta di un impianto metodologico inedito quantitativamente e qualitativamente, sia perché si basa sul più grande campione rappresentativo casuale a livello nazionale, sia perché per la prima volta fa parlare direttamente i “figli” (18-39 anni) il cui genitore ha avuto almeno una relazione omosessuale (175 la madre, 73 il padre).
I dati: il 12% pensa al suicidio (contro il 5% dei figli di coppie etero), sono più propensi al tradimento (40% contro il 13%), sono più spesso disoccupati (28% contro l’8%), ricorrono più facilmente alla psicoterapia (19% contro l’8%), sono più spesso seguiti dall’assistenza sociale rispetto ai coetanei cresciuti da coppie eterosessuali sposate.
Nel 25% dei casi hanno contratto una patologia trasmissibile sessualmente (contro l’8%), sono genericamente meno sani, più poveri, più inclini al fumo e alla criminalità. Il 23% di chi è cresciuto con una madre lesbica ha dichiarato di essere stato abusato sessualmente (da genitore o da caregiver), contro il 2% degli altri giovani. Inoltre, il 31% di quelli cresciuti con una madre lesbica e il 25% di quelli cresciuti con un padre gay sono stati abusati sessualmente e costretti al sesso forzato, contro l’8% di quelli cresciuti da genitori biologici. Hanno più probabilità (40% contro 13%) di essere infedeli al partner, di fare un maggior uso di marijuana, di passare più ore davanti alla televisione, un maggior numero di arresti, un maggior numero di relazioni e partner sessuali. E solo il 61% di quelli con madre lesbica e il 71% di quelli con padre gay si definisce eterosessuale, contro il 90% di chi è cresciuto con genitori eterosessuali.

Vi invito tutti a venire a Roma il 30/01/16 per bloccare la legge Cirinnà.
Vi saluto con affetto e stima.
Serenella

Informazioni su gilgobbi

Psicologo-Psicoterapeuta-Sessuologo clinico Lavora a Verona, nel suo studio Kairòs di Viale Palladio, n. 10 Tel. 0458101136 - 3482628125
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4 risposte a Cari colleghi – Dr.ssa Serenella Trezza –

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  4. manuel ha detto:

    Questa donna sta delirando

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